Le nobili Maddalena ed Elisabetta Girelli

Discendenti da due famiglie religiosissime, fra le più stimate  dell’aristocrazia bresciana, prime di sette figli, nascono dal matrimonio del nobile Giuseppe Girelli con la nobile Camilla Moro. Di questi sette figli solo tre vissero: Maddalena, la primogenita, Elisabetta ed Elena Marietta, sposata al conte Giuseppe Passi e morta prematuramente a 28 anni. La madre, nobile Camilla Moro, cresciuta ed educata nell’Istituto delle Madri Salesiane e compagna di collegio di S. Maria Crocefissa di Rosa, fondatrice e superiora generale delle Ancelle della Carità, attese personalmente all’educazione delle figlie; le custodì gelosamente “come le pupille dei suoi occhi” insegnando loro la costante preghiera, la carità, l'assistenza ai poveri e lo spirito di sacrificio. Il padre, nobile Giuseppe Girelli, frequentò il ginnasio e liceo presso la scuola dei Gesuiti, ma purtroppo a 18 anni dovette lasciare gli studi per assistere il padre vecchio ed infermo.
Le due sorelle furono due figure completamente diverse l’una dall’altra: Elisabetta, sin dall’infanzia dimostrò una vivacità incontenibile unita ad una straordinaria intelligenza, sempre pronta a volere e ad agire; fra tante doti e virtù facevano capolino i suoi numerosi difetti quali la disubbidienza, l’ira , superbia e invidia verso la sorella.
Maddalena, al contrario era seria come il padre, metodica, studiosa, giudiziosa e per questo suo carattere rappresentò la mente direttiva e il braccio forte della famiglia; essa pure non era esente da difetti, infatti lei stessa si accusò di essere vanitosa e puntigliosa.
Ancora piccole frequentarono l’Istituto delle zitelle; in seguito entrarono nel collegio delle Nobili Vergini  a Castiglione delle Stiviere, diretto da zia Caterina Moro, e appresero gli elementi del sapere e perfezionarono l’educazione cristiana. Con la maturità le loro esistenze cambiarono radicalmente portando le sorelle, per il resto della loro vita, al costante adempimento del dovere. Entrambe fecero voto di perfetta e perpetua verginità; concordi mantennero un comportamento ammirevole di intera dedizione ai bisogni altrui che rispettarono con amore per tutta la vita. Fondarono una Pia Unione di giovani consacrata al Signore e sotto la protezione di Maria Immacolata, adoperandosi per i bisogni del prossimo con spirito di umiltà e sacrificio. Questa istituzione però non incontrò i favori dell'autorità vescovile e più tardi le nobili Girelli abbracciarono la regole di S. Angela Merici.
Bettina si fece restauratrice della compagnia di S. Orsola e, divenuta scrittrice, fu incaricata di trascrivere le regole dettate allora dalla Santa. Insieme alla sorella Maddalena aprirono con i loro mezzi finanziari, le case di Marone e Castenedolo dove furono accolte ragazze disoccupate, orfane e pericolanti alle quali fornirono protezione, istruzione, e lavoro. Fondarono inoltre la rivista Scuola Italiana Moderna, finanziarono attività e associazioni cattoliche, aprirono scuole di catechismo, senza trascurare le visite agli ospedali e l’assistenza agli ammalati.
Nel 1901, nella loro residenza di campagna a Borgo Poncarale, aprirono e diressero l’Asilo infantile che funzionò fino a 1915. Nello stesso anno costruirono a loro spese un nuovo asilo su un’ area concessa dal comune; questo fu riconosciuto ente morale dal 1936. Alla maestra Clotilde Rovati, nata e cresciuta a Borgo, fu affidato sin dai primi anni, l'incarico per l'insegnamento e la conduzione della scuola materna.
La popolazione di Borgo è particolarmente grata alle due benefattrici per il ricordo che hanno lasciato al paese.
L’abbondanza di meriti, la ricchezza materiale, utilizzata in opere benefiche, e quella spirituale, a cui improntarono la loro vita, valsero loro la fama di santità ed il riconoscimento  per un processo di beatificazione da tempo in corso.

 


Tratto da: "BORGO DI PONCARALE - Fogli di storia, cultura ed arte"
di Anna Artioli, Luciano Artioli
Parrocchia di Borgo Poncarale
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