I Moro

Da alcune fonti storiche è emerso che i Moro furono presenti nel territorio sin dalla fine del XIV sec. Non si sa con esattezza a quando risalga l'origine di questa nobile famiglia ma esiste però, già nel 1303, un segno di presenza e di passaggio di un certo Mauro Moro, morto in quell'anno, costituito da un frammento di pietra con iscrizione sepolcrale cementato nel muro della primitiva casa dei Moro sita dietro il palazzo costruito più tardi. Si afferma che i Moro siano di antichissima stirpe di parte ghibellina e risultano tra i firmatari del patto di unione con Venezia del 1426.
La famiglia dei Moro, fin dal principio del XV sec., appartenne alla nobiltà bresciana con un  Giacomo de Moris. già iscritto agli estimi del 1430. Numerosi sono poi i discendenti di questa nobile famiglia la quale era proprietaria dell'ospedale San Martino, prese possesso a Borgo delle Chiaviche dell'antichissima "hostaria, concessa per un ducato et mezzo" dove fu firmata la pace di Bagnolo nel 1484.
I fratelli Moro, Giovanni e Girolamo, ed altri, a ricordo di tale evento, apposero una lapide e con "Ducale" del 25 settembre dello stesso anno ottennero, dalla Repubblica di Venezia, l'esenzione in perpetuo dai gravami sull'osteria stessa. Nel 1611 il Senato di Venezia fece una revisione sulle esenzioni concesse e riconfermò questo riconscimento a Benedetto Moro.
I Moro però non solo abitavano a Borgo, ma possedevano una casa nella vecchia Cittadella di Brescia, presso la piazzetta San Benedetto, dove risiedettero per circa cinquant'anni anni e dove esercitarono, per due generazioni, le professioni liberali di notai, giudici e medici. Con oculati matrimoni, si imparentarono poi con le migliori famiglie della nobiltà bresciana fra le quali i Cazzago ed i Martinengo.
Sembra che, oltre all'osteria, i Moro possedessero a Poncarale una filanda nella quale si produceva seta assai pregiata e che Giuseppe Zanardelli, allora giovane giornalista, in alcuni suoi articoli, elogiasse particolarmente la seta da essi prodotta.
Un altro personaggio dei Moro da non dimenticare è il nobile dottor Lodovico che, lasciata la città nel 1547, venne a Borgo anteponendo alla toga l'aria salubre e le bellezze della nostra campagna. Soddisfatto per il quieto vivere dei campi, con una lettera datata 23 novembre 1547, convinse il suo amico Giovan Battista Avogadro a lasciare la città ed a venire il villa a Borgo Poncarale.
Man mano ci avviciniamo al XIX sec. incontriamo l'ultimo ramo dei Moro: il capostipite dell'ultimo ceppo è Camillo, sposato alla nobile Giulia Zanetti dalla quale ebbe otto filgi: Caterina, Camilla, Luigi, Giulio, Emilio, Antonio e Girolamo.
Caterina entrò nelle Vergini di Gesù a Castiglione delle Stiviere ed inoltre cooperò all'educazione delle nipoti, Maddalena ad Elisabetta Girelli che le erano state affidate dalla sorella Camilla.
Camilla infatti sposò il nobile Giuseppe Girelli dal quale ebbe sette figli; viventi rimasero Maddalena, Elisabetta ed Elena Marietta.
Cecilia invece dedicò interamente la sua vita alle opere di carità e proprio a lei si deve la fondazione della casa di cura Moro, avvenuta il 13 febbraio 1880.
Giulio, non sposato, continuò a reggere ed a sovvenzionare la casa di salute e per questo l'Ateneo di Brescia onorò la famiglia Moro con una medaglia d'oro.
Girolamo (1806-1871), sposato, fu sindaco di Bagnolo Mella dal 1869. Per volontà testamentarie egli volle essere sepolto a Bagnolo Mella invece che nella tomba di famiglia nel cimitero di Brescia.
Luigi nacque l'11 novembre 1804 e morì alla veneranda età di 93 anni. Fece parte di molte congregazioni religiose e fu per molti anni consigliere del Comune di Brescia. Sposò la contessa Ippolita ed ebbe un'unica figlia, Giulietta, che venne data in moglie al conte Luigi Martinengo delle Palle e che, non avendo avuto prole, fu l'ultima discendente e benefattrice dei Moro: con la sua morte si estinse la nobile casata. Le sue ultime volontà furono attuate dalla nipote Maddalena alla morte del marito Luigi. Essa lasciò per poco prezzo l'avito palazzo e parte dei terreni alle suore canossiane.
Lo stemma di casa Moro è: "d'oro, all'albero di gelso (o moro) al naturale, fruttato di rosso". 

 


Tratto da: "BORGO DI PONCARALE - Fogli di storia, cultura ed arte"
di Anna Artioli, Luciano Artioli
Parrocchia di Borgo Poncarale
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